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A casa di Simo, News

Pagelle ai capoluoghi italiani in fatto di ambiente

Le migliori città risultano essere Verbania, Belluno, Bolzano, Trento e Pordenone  anche se poi, guardando bene, non brillano per l’eccellenza. Solo per farsi un’idea: Trento ha valori eccessivi di biossido di azoto, Verbania e Belluno disperdono un terzo dell’acqua in rete e  Pordenone depura poco più della metà dei suoi scarichi.

Se le migliori città risultano avere problemi così importanti, le ultime della lista come si comportano? Agrigento e Isernia, Crotone e Messina, Catanzaro e Reggio Calabria vengono definite a tre velocità: lente, lentissime e statiche.

Il rapporto, realizzato dall’Istituto di Ricerche Ambiente Italia in collaborazione con Il Sole 24 Ore, mostra la salute delle province attraverso 18 indicatori: gli indici sulla qualità dell’aria (3 – concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), sulla gestione delle acque (3 – consumi, dispersione della rete e depurazione), sui rifiuti  (2 – produzione e raccolta differenziata), sul trasporto pubblico (2 – offerta e uso che ne fa la popolazione), sulla mobilità (4 – tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali), sul numero degli incidenti stradali e sull’energia (2 – consumi e diffusione rinnovabili).

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L’inquinamento atmosferico risulta essere a livelli di emergenza. Trieste, Milano, Torino e Roma sono i capoluoghi con i valori oltre i 50 μg/m di biossido di azoto. Le politiche urbane attuate ad oggi non hanno risolto il problema. Solo Bolzano è riuscita a limitare gli spostamenti motorizzati privati al di sotto di un terzo. Mentre ammontano a 26 le città in cui gli spostamenti in auto e moto superano i due terzi del totale.

La produzione di rifiuti nel 2013 è stata in calo e si è registrata una produzione pro capite di 541 kg/abitante (-3,4% rispetto all’anno precedente), mentre la raccolta differenziata è salita al 40,8% (+3,9%) non aumentando però in maniera capillare: un terzo dei comuni non raggiunge nemmeno l’obiettivo del 35% previsto per il 2006. Sorprendente invece il risultato per due città del sud Italia: Benevento e Salerno hanno raggiunto l’obiettivo del 65%, ponendo le basi per lo sviluppo di un’economia circolare basata sul riciclo e riuso delle risorse.

Per quanto riguarda l’acqua immessa in rete oggi in 52 città più del 30% viene dispersa; in 19 le perdite sono addirittura superiori al 50% (Bari, Como, Chieti, Matera, Messina, Palermo, Massa, Rieti, Gorizia, Catanzaro, Salerno, L’Aquila, Vibo Valentia, Potenza, Sassari, Latina, Ragusa, Frosinone, Cosenza). Se parliamo di depurazione  in testa troviamo 43 capoluoghi in grado di servire più del 95% degli abitanti, tra questi 11 raggiungono quota 100%, riuscendo a coprire la totalità della popolazione. Quattro, invece, i comuni, in cui viene servita dal depuratore solo la metà, o meno, della popolazione: Benevento (21% di capacità di depurazione), Catania (24%), Messina (48%) e Palermo (49%).

Considerando tutti i parametri nelle prime 10 in classifica troviamo: Verbania, Belluno, Bolzano, Trento, Pordenone, L’Aquila, Perugia, Oristano, La Spezia e Venezia. Prima fra tutte quindi  Verbania che ha raggiunto buoni risultati negli indicatori più significativi, inquinamento atmosferico in testa. Al secondo posto, Belluno grazie agli indici legati all’inquinamento atmosferico, ai rifiuti e alla mobilità.  Trento ha conquistato il primo posto  in fatto di consumi elettrici annui procapite: con 896 kWh/abitante  è il capoluogo che consuma meno in Italia.

In coda alla classifica ci sono Crotone (102), Isernia (103) e Agrigento (104), negli indici più significativi rispondono con performance poco brillanti. A Crotone sono solo 3 i viaggi effettuati dagli abitanti sugli autobus ogni anno, 0,02 i metri quadrati di superficie pedonale a disposizione di ogni residente, il 16,6% i rifiuti raccolti in modo differenziato. Agrigento, assieme a Cosenza e Caserta, ha inviato informazioni inferiori al 50% del totale dei punti assegnabili.

Ecco la classifica:

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I segnali di cambiamento non mancano però: a Milano e Andria la raccolta differenziata ha avuto successo così come il car-sharing a Roma e a Milano e  le pedonalizzazioni a Bologna.  Pochi segnali positivi ma che devono comunque essere segnalati rispetto alla situazione totalmente in stallo in Italia. L’attenzione sui temi sta prendendo piede. Qualcosa sta cambiando e si sta ripartendo, complice il dibattito sui fondi strutturali. La 21esima edizione di Ecosistema Urbano evidenzia il bisogno di una strategia di trasformazione positiva delle città, il riuscire ad immaginare di arrivare infine ad obiettivo sia nel breve che nel lungo periodo.

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