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A casa di Simo

Dalla spesa alla tavola: quanto buttiamo?

Diversi anni fa mia madre rimase interdetta quando tolsero economia domestica dalle scuole medie. Al suo posto venne istituita l’ora di educazione tecnica, un ibrido in cui, a seconda degli interessi e competenze dei professori, si faceva veramente di tutto, dal modellismo all’uncinetto. In realtà io ero davvero soddisfatta perché pensavo che economia domestica fosse un retaggio anni ’50, una materia da signorine di altri tempi che si preparavano al matrimonio e a una vita dedicata a marito e figli. Quando mi sposai mia madre ci riprovò di nuovo regalandomi un tomo di mille pagine su come organizzare la casa dalla a alla zeta. Consigli del tipo come pulire a secco un indumento li ritenevo inutili visto che avevo la lavanderia a due passi da casa. Ancora peggio con l’Artusi, e nonostante fosse una festa vedere mia nonna fare la pasta fresca con lo schiocco, a quel tempo non ci pensavo proprio a perdere tempo a imparare. Adesso sono certa che abbiamo perso tanto. Non solo l’arte dello schiocco ma soprattutto l’educazione a non sprecare e al riuso. Perché questo era poi il sunto dell’economia domestica. Alla pari di un amministratore delegato,  sapere gestire un budget ridotto riuscendo a tirare fuori colazione pranzo e cena per un’intera famiglia, scarpe, vestiti e suppellettili era davvero arte sopraffina e noi non siamo affatto capaci. Qualche dato?

Sprechiamo una quantità impressionante di cibo. Partendo proprio dalla spesa, che non siamo in grado di fare con criteri ragionevoli, e dalla tavola da dove il cibo, tutti i giorni nessuno escluso, finisce direttamente nella spazzatura. Ogni italiano getta via in media 149 kg di cibo ogni anno, contro 44 kg dei greci, ma ben al di sotto dei 579 kg degli olandesi. Ipsos stima che quasi un italiano su cinque (19%) butta via del cibo ogni settimana e l’8% lo fa addirittura ogni giorno. In Usa si stima che ben il 40% di cibo acquistato va sprecato. Secondo la FAO, in media, il consumatore nordamericano e il consumatore europeo sprecano fra i 95 e i 115 Kg di cibo l’anno,  mentre gli abitanti dell’Africa sub-sahariana si fermano a 6-11 kg l’anno.

A adesso viene il bello, con il cibo buttato cosa potremmo fare?

Con il cibo buttato via dall’Europa si potrebbero nutrire 200 milioni di persone, quello sprecato in America Latina circa 300 milioni, così in Africa. Le perdite alimentari nei Paesi industrializzati ammontano a quasi 680 miliardi di dollari, contro i 310 miliardi di dollari nei Paesi in via di sviluppo, che sprecano più o meno la stessa quantità di cibo, rispettivamente 670 e 630 milioni di tonnellate. Ogni anno, i consumatori nei Paesi ricchi sprecano l’equivalente di cibo (222 milioni di tonnellate) all’intera produzione dell’Africa sub-sahariana (230 milioni).

Secondo le stime FAO nella spazzatura finiscono soprattutto frutta e verdura, radici e tuberi 20%, un 30% è costituito da cereali e un altro 30% da pesce, mentre il 20% composto da semi oleosi, carni e prodotti lattiero-caseari.

Nonostante questi dati impressionanti si è registrato un piccolo cambiamento che può essere considerato positivo. La crisi economica, può rappresentare, e già sta lavorando in tal senso, una grande occasione di crescita di consapevolezza. Magari non tornerà nelle scuole economia domestica, ma c’è una maggiore attenzione alla spesa, sopratutto a tavola. Secondo Coldiretti a fronte di un taglio della spesa per 1,1 miliardi di prodotti confezionati si registra un impennata negli acquisti degli ingredienti base quali farina (8%), uova (6%), zucchero e burro (4%) contro un calo dell’1,5% degli alimentari registrato nella grande distribuzione: cifre da prima del dopoguerra. Il fai da te – sottolinea Coldiretti – è il frutto dell’esigenza di risparmiare per la riduzione dei potere di acquisto ma anche della ricerca di una migliore qualità nell’alimentazione. Infatti preparare pasta, pane conserve, confetture, dolci e yogurt in casa non solo fa risparmiare ma garantisce la qualità degli ingredienti. Oggi un italiano su tre, secondo Coldiretti, cucina la pizza in casa, il 19% fa il pane, il 18% conserve, sottoli e sottaceti, il 13% la pasta e l’11 i dolci. Vi è anche un nuovo modo di vivere il tempo libero. Noi italiani rinunciamo di più a cinema, teatro e altri svaghi e preferiamo rimanere a casa. Si riscoprono hobby come la cucina (appunto) e la cura dell’orto. Si preferiscono le cene a casa, in famiglie e con amici piuttosto che andare al ristorante.

.Insomma una vita più frugale ma non meno intensa  e soddisfacente. 

Provare per credere.

frutta

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